Green Day. ¡Uno! ¡Dos! ¡Tré! by Emanuele Binelli Mantelli;

Green Day. ¡Uno! ¡Dos! ¡Tré! by Emanuele Binelli Mantelli;

autore:Emanuele Binelli Mantelli; [Binelli Mantelli, Emanuele]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica, Musica
ISBN: 9788862314343
editore: eDigita srl.
pubblicato: 2014-11-17T23:00:00+00:00


AMERICAN IDIOT.

[2004]

Avevamo qualcosa come 20 canzoni, e un bel giorno sono semplicemente sparite. Abbiamo pensato che potevamo anche riregistrarle. Ma non potevamo certo guardarci in faccia e dirci in tutta onestà che quelle erano le cose migliori che avessimo mai scritto. Così abbiamo deciso di voltare pagina e di iniziare qualcosa di completamente nuovo.

(Billie Joe, 2004)

E qualcosa di nuovo stava davvero per succedere ai Green Day: avrebbero dato alla luce la loro prima rock opera, e a quanto pare la prima rock opera mai scritta da una punk band degli anni Novanta. A ogni buon conto il processo non fu affatto premeditato: la scintilla che avrebbe innescato la magia stava ribollendo nella mente di Billie Joe da un po’, dalle parti di una strana inquietudine politica che il cantante dei Green Day aveva cercato in tutti i modi di censurare e di tenere a bada. Certo, si era schierato apertamente contro la rielezione di George W. Bush attraverso l’associazione Punkvoter promossa dall’amico Fat Mike dei NOFX, e ancor prima aveva incoraggiato una raccolta di firme contro l’imminente invasione militare dell’Iraq attraverso il sito greenday.net. Ma dare una forma credibile a quell’inquietudine era un’altra faccenda: significava cercare di mettere in parole e in note tutta la frustrazione, l’insoddisfazione e la rabbia di quel periodo storico senza snaturare in alcun modo la propria ispirazione, senza diventare seriosi, pedanti o, ancor peggio, retorici… ve lo immaginate il cantante dei Green Day che sale in cattedra? Una cosa ridicola.

Ma a un certo punto avvenne quel salto qualitativo che costituisce il mistero più insondabile delle personalità dotate di talento artistico: mentre in radio andava una canzone dei Lynyrd Skynyrd la mente di Billie Joe fece click, condensandosi intorno a due paroline: American Idiot. Ma certo! La filosofia dell’idiota inaugurata nel 1994 sarebbe servita come chiave di volta per parlare della nostra epoca, l’epopea del cittadino medio americano drogato di televisione e assuefatto alla propaganda.

E poi è venuta fuori la canzone American Idiot, ed era decisamente meglio delle altre quattro o cinque nuove canzoni che avevamo, ed è lì che abbiamo alzato l’asticella.

(Billie Joe, 2004)



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